Non immagino mai la trama senza i personaggi: per andare avanti devo trovare chi è il protagonista della storia, il personaggio principale… Quando sto scrivendo un soggetto in cui c’è un mascalzone, cerco di dargli il vantaggio della sua posizione, per renderlo formidabile ed interessante, per rendere il male persuasivo ed attraente.
Walter Bernstein
Nella maggior parte dei film, le storie ruotano intorno ad un personaggio centrale, il protagonista. Persino in quelle storie che hanno molti personaggi o un’altra forma strutturale, ogni storia parallela dell’intera storia, ha il suo protagonista. Nella circostanza drammatica di base in cui “qualcuno desidera urgentemente qualcosa e sta avendo difficoltà ad ottenerla”, quel “qualcuno” è il protagonista.
L’antagonista della storia è la forza che si oppone, la difficoltà che resiste attivamente agli sforzi del protagonista di raggiungere il suo scopo. Queste due forze opposte formano il conflitto o i conflitti della storia.
Molti soggetti hanno un antagonista che è un’altra persona, il cattivo. Da Intrigo internazionale a Guerre stellari a Chinatown a Terminator, molti film di effetto sono basate su storie in cui il protagonista e l’antagonista sono chiaramente e distintamente persone differenti in opposizione attiva l’uno contro l’altro. In questo caso il protagonista possiede quello che viene definito un conflitto esterno, un conflitto con qualcun altro. Ma in molti celebri film, il protagonista è il suo stesso antagonista; la battaglia centrale è all’interno del personaggio principale, due parti o desideri o passioni nella stessa persona. Gli esempi più chiari di un conflitto interno sono Amleto e Lo strano caso del Dott. Jeckyll e Mr. Hyde, ma ce ne sono altri in film come Il tesoro della Sierra Madre, Bonnie e Clyde, Vertigo e Toro scatenato. In questi e tanti altri film, il contrasto principale della storia avviene all’interno del protagonista.
Sebbene vi sia un conflitto interiore in cui il protagonista e l’antagonista sono la stessa persona, c’è solitamente una opposizione esterna. E nella maggior parte delle storie di conflitto esterno, tuttavia capita spesso di assistere ad un conflitto all’interno del personaggio principale. Molto tempo è dedicato a bilanciare queste due componenti, con il risultato finale del superamento del conflitto nella storia sia all’interno che all’esterno. In Casablanca la lotta di Rick è un conflitto interiore – rimanere coinvolto o restarne fuori, ma c’è il colonnello Strasser come reale manifestazione della pressione su di lui perché prenda posizione. Ne La stangata, il protagonista, Johnny Hooker, interpretato da Robert Redford, vuole vendicarsi sull’uomo che ha ucciso il suo amico e mentore. Quell’uomo è il protagonista e il conflitto è esteriore, tuttavia c’è una lotta all’interno del personaggio Redford: è all’altezza di questa vendetta? Di chi si può fidare?. Ne Lo Squalo, Sheriff Brody è il protagonista e lo squalo è l’antagonista, vi è un conflitto esterno ma Brody ha i suoi conflitti interiori da superare: il timore dell’acqua, il desiderio di non combattere contro lo squalo, avere una barca più grande.
Un conflitto interiore del protagonista in una storia con un antagonista esterno aiuta a costruire la figura del protagonista in modo più complesso e interessante. Un riferimento esteriore del contrasto in una storia in cui il conflitto principale è essenzialmente interiore aiuta a rendere i due lati del personaggio visibili e palpabili; dà loro vita per proprio conto. Infatti, questo è il nòcciolo della questione principale dello sceneggiatore, come mostrare al pubblico quello che sta avvenendo all’interno del personaggio principale o di qualsiasi protagonista.
David Howard, sceneggiatore e docente. Ha fondato e dirige il corso superiore di sceneggiatura alla University of Youth California.
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