Masterchef ovvero il paradosso dell’aria fritta (Seconda parte)

Prova in Esterna: I Personaggi si dividono in due squadre. Di solito cucinano per una grande quantità di persone, da una ciurma di camionisti al pubblico di una mostra d’arte contemporanea. Questo spazio è dedicato esclusivamente allo sviluppo dei Personaggi mortali, perché il ruolo dei giudici è nullo. Quando gli dèi sono muti spettatori, il gioco è tutto tra gli uomini: sono infatti i commensali a decidere la migliore tra le due squadre. Quando gli dèi sono muti spettatori, l’interazione tra i Personaggi è massima, e le loro personalità si dispiegano senza più freni. Litigano su chi merita l’elezione a caposquadra. Selezionano la propria squadra in base alle simpatie. Si ritrovano a mescolare paellas giganti al fianco del loro peggiore nemico. Confidano alla telecamera l’inettitudine di certi anelli deboli. Il montaggio fa il resto. Se al termine di una prova in esterna un Personaggio non si è ancora, un minimo, sbilanciato, o è un muto (non impossibile: una famosa stagione di Masterchef USA vedeva la presenza di una concorrente cieca) o è un pezzo di pane, o è una pianta, e nel primo caso verrà sbriciolato e usato come gratinatura delle cozze, nel secondo cucinato tra i contorni.

Erica Liverani, discutissima vincitrice dell'ultima edizione
Erica Liverani, discutissima vincitrice dell’ultima edizione

Altra lezione di narrativa: il verdetto della prova in esterna non viene mai pronunciato, ma sempre mostrato. Ad esempio, la vittoria della squadra blu viene annunciata dallo sparo di fuochi d’artificio blu.  “Fai fare 2 + 2 allo spettatore e lui te ne sarà grato”. Ma in realtà non è sempre così: per certi passaggi di Masterchef si può pure parlare di 1 + 1.

Pressure Test: La squadra perdente finisce al Pressure Test. Questo si svolge di sera, col buio. I Personaggi perdenti vestono il grembiule nero. Quelli vincenti sono su una balconata, in borghese, e s’affacciano mollemente sulla fossa dei leoni. Un Personaggio verrà eliminato. Le prove sono spesso di una difficoltà inaudita, e protagonista è sempre un cronometro incalzante.  Il grembiule è nero perché la presenza della morte è palpabile. Anzi, se nell’Invention Test i Personaggi dovevano evitare la morte, qui sono già morti, dei fantasmi, delle allucinazioni, e il loro obiettivo è casomai quello di risorgere. Quella della resurrezione è una possibilità concessa dai giudici per clemenza, che non doveva neanche sussistere, dato il fallimento della prova in esterna: è come se gli dèi vendicassero le ingiustizie compiute durante la loro assenza. In più, tutti i Personaggi vengono dalla stessa squadra: è il topos narrativo della lotta fratricida. Chi ha scelto in squadra i propri amici vede la sua scelta rivoltarsi contro di lui. Come nel finale dello Spartacus di Kubrick, in cui i due amici Spartaco e Antonino sono costretti dai Romani al duello mortale. Questi due elementi del Pressure Test – quello immateriale & quello incestuoso – lo rendono di gran lunga il momento più affascinante.

Momento dell’assaggio: i giudici smascellano lenti e a bocca aperta come i bambini che vogliono far vedere la pappa masticata. Ancora una volta il Paradosso dell’Aria Fritta lavora a pieno regime. Lo spettatore, animato da una continua tensione fantasiosa (di cosa saprà? di cosa saprà?) non è semplice fruitore del programma, ma ne è co-autore.

Momento dell’Iliminazione (pronuncia standard © Bastianich). La sentenza di morte s’abbatte sul Personaggio e il Paradosso rivela il suo ultimo potere, quello d’elaborazione del lutto. La regia propone immagini mortuarie al rallentatore dei suoi momenti di gloria nella cucina di Masterchef. Il Personaggio in persona confida per l’ultima volta alle telecamere che questa competizione gli ha cambiato la vita. Sempre. Masterchef non agisce mai a vuoto: il macellaio partito con l’obiettivo di diventare cuoco, torna molto più raffinato di prima. La farmacista svampita ora riesce a tirar fuori una sana rabbia agonistica. La sindacalista brusca e dal sopracciglio sempre alzato si è ora trasformata in farfalla. E’ molto frequente che il Personaggio parli addirittura di nuova vita.

In tutto questo, la cosa assurda è che noi non sappiamo mai davvero perché è morto. Sì, avrà pagato delle scelte rischiose; avrà scordato un ingrediente fondamentale in dispensa; per non parlare della sua ottusa passione per la cucina aborigena. Ma la verità, la verità del sapore, la sanno solo i giudici. Ne vediamo un altro andar via, e noi non abbiamo assaggiato niente di suo.

Ultima scena: la consapevolezza della vanità della vita. Bastianich alza gli occhi verso i Personaggi sopravvissuti in balconata e butta lì un aforisma sulla difficoltà di diventare quinto Masterchef italiano. Come a dire: oggi sei lassù, ma domani sei fuori. E poi, sempre l’invito “DormitIci su!”. Ovvero: custodite nel vostro cuore quel che avete appena visto.

I Personaggi rompono le file, ma lo si vede, che sono confusi. Fissano i loro passi ripensando alle parole di Bastianich. Si stanno chiedendo cosa succeda dopo. Esiste davvero una vita dopo l’eliminazione da Masterchef? Ci si reincarna in un altro canale, come l’ex concorrente Rachida nell’Isola dei Famosi? Forse sì. Forse no.

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