Scrivere perché la tua storia sia la storia di tutti

Una volta mia madre mi disse: «Tutto quello che porti dentro è un nodo che solo la parola può sciogliere». Tutti quelli che scrivono pensano che le parole servano a sciogliere nodi, tutti quelli che ci riescono sanno che la scrittura crea però nuovi legami dentro bagliori di completa solitudine.

Chi legge e chi scrive sa che le parole servono anche per stringere nodi, e che la più bella frase che sia mai stata scritta è: «raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno». Non ho mai creduto a quegli scrittori che scrivono per “un pubblico”, penso che si scriva per una sola persona, la sola persona che conti per la storia che vuoi raccontare. Chi scrive risponde a un richiamo, per questo chi scrive sta sempre in ascolto, perché soltanto ascoltando la vita la si può raccontare.

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La prima lettera d’amore che ho scritto mi ha fatto capire che quello che portavo dentro era amore, perché avevo cercato parole per esprimerlo, perché tutto quello che provavo era stato scritto, estratto da me in un vasto numero di lettere radunate per fare una festa. Così capii che esisteva anche “l’ascoltarsi”, che era la forma più rara e difficile di ascolto; capii che scoprire di avere un mondo dentro da raccontare era come comprendere quanto fosse più importante amare che essere amato.

I romanzi sono confidenze fatte in pubblico, confessioni che fanno tremare, sono anni di solitudine di gente dentro camere a cercare la parola giusta per qualcuno in ascolto. La mano del lettore che stringe il foglio vibra ancora dei segni della penna che l’hanno sporcato.

Quelli che scrivono e quelli che leggono stanno in silenzio da soli, perché è solo così che avvengono i miracoli, perché così avvengono anche le preghiere, guardando in alto, a cercare qualcuno che risponda.

Tutto questo per dire che scrivere è ricordare tutto quello che è stato detto prima, quello che si è vissuto, cercare immagini nella foschia dell’assenza, suoni nel rumore dei ricordi, attendere una parola o una frase per anni, per giustificare tutto quello che hai perduto.

Chi scrive prova a sconfiggere la solitudine, scrive per cercare compagnia, sperando che la storia che ha scritto sia la storia di tutti.

Francesco Izzo

6 risposte a "Scrivere perché la tua storia sia la storia di tutti"

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