Georges Simenon: un titano della scrittura

Non è mai facile parlare di Simenon. La sua opera monumentale intimorisce e spesso distrae da quella che è stata la sua grandezza stilistica, la cifra della sua prosa cristallina ed essenziale.

La parabola editoriale dello scrittore belga è composta da settantacinque Maigret, centodiciassette romanzi ‘duri’ (i romanzi senza Maigret, per intenderci) e oltre cinquecento racconti.

Questa straordinaria prolificità letteraria è la conseguenza di un sistema razionale di scrittura che non ha mai conosciuto soste, né ripiegamenti. Un’attività scandita da un rituale di scrittura ben preciso, di cui lo stesso Simenon ha dato conto in numerose interviste.

Proviamo a riassumerlo brevemente, entrando nel laboratorio di scrittura di questo straordinario titano della letteratura del Novecento.

Prima fase: entrata in “stato di romanzo”

Durante questa fase (che durava almeno tre giorni) Simenon compie lunghe passeggiate ragionando su quello che dovrà essere il personaggio della sua storia, ne stabilisce il profilo psicologico e il suo destino sociale che determinerà il conflitto centrale della vicenda. Lo scrittore qui entra nella pelle del personaggio, si immedesima in lui, mette in atto quella che viene definita come la tecnica del ‘pedinamento’, un momento nel quale lo scrittore diventa intrattabile proprio perché tutto preso dalle profonde motivazioni e conflitti del suo personaggio.

Seconda fase: la fase premilitare di scrittura

In questa fase, Simenon raccoglie tutte le informazioni utili per la storia sulle famose ‘buste gialle’: dati biografici del personaggio, scelta del nome (in genere, consultando gli elenchi telefonici), calcolo dell’età nelle varie fasi della storia, elementi di ambientazione e personaggi secondari. Tutti queste informazioni, che raccoglie nel corso degli anni, gli consentiranno di avere un riserva di storie sempre pronte nel cassetto. Questa fase dura in genere un giorno.

Terza fase: prima stesura del romanzo

Durante la prima stesura del manoscritto (scritto quasi sempre a macchina), Simenon segue una disciplina molto rigida. Si alza alle sei del mattino, e lavora dalle sei e trenta alle nove. Compone un capitolo al giorno. Questa fase dura una settimana, nel caso dei Maigret, o 10 giorni, nel caso dei cosiddetti romanzi ‘duri’.

Quarta fase: la revisione

In 4-5 giorni Simenon provvede alla revisione del testo: si tratta di una vera e propria pulizia stilistica; elimina aggettivi e avverbi superflui, o troppo letterari, riduce la sua scrittura a quella nitidezza che è poi, nel suo caso, la chiara espressione dell’azione e del sentimento umano.

Come si è visto, per Simenon la scrittura parte da una profonda e intima concentrazione emotiva e creazione empatica, per poi procedere all’interno di un rigido schema di lavoro e gestione razionale del tempo. Questo ‘sistema’ gli ha consentito di essere uno dei più prolifici autori del suo tempo, un Balzac del Novecento, e uno degli autori più letti e tradotti nel mondo.

Di se stesso diceva: «Mi sento così poco letterato. Perché non considerarmi un artigiano e accontentarmi? È molto più nel mio carattere. E non era forse una vita di artigiano quella che sognavo tra i dodici e i sedici anni?».

Dall’unità didattica: scrivere il personaggio (Corsi di Scrittu

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