“Ci sono libri che si posseggono da vent’anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta sempre con sé di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase.

Poi, dopo vent’anni, viene un momento in cui d’improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri d’un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione. Ora sappiamo perché lo abbiamo trattato con tante cerimonie.
Doveva stare a lungo vicino a noi; doveva viaggiare; doveva occupare posto; doveva essere un peso; e adesso ha raggiunto lo scopo del suo viaggio, adesso si svela, adesso illumina i vent’anni trascorsi in cui è vissuto, muto, con noi. Non potrebbe dire tanto se per tutto quel tempo non fosse rimasto muto, e solo un idiota si azzarderebbe a credere che dentro ci siano state sempre le medesime cose”.
Elias Canetti, “La provincia dell’uomo”
I libri sono il mondo in cui rifuggiarsi e perdersi in quelle parole, che abbiamo da subito sentite nostre. Le abbiamo guardate prima di leggerle.
Loro sanno che prima o poi saranno nella nostra testa.
Il legger tutto d’un fiato m’ha accompagnato nella lettura di questo articolo.
Sensazionale!
Noi, animali umani, da quando parliamo, leggiamo e scriviamo, siamo come libri. Un piccolo romanzo che cominciamo a scrivere appena nati e chiudiamo l’ultimo capitolo alla fine dell’esistenza. Tanti altri libri, articoli, frasi, letture, discorsi e entrano a far parte di questo libro della nostra unica, irripetibile, vita. Se entrano i migliori libri, le più belle frasi, i discorsi più appassionati, articoli lungimiranti e letture di spessore, anche il nostro libro sarà un gran bel libro.
A me è successo con “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani