Italo Calvino: scrittura e salvezza

“Ci si mette a scrivere di lena, ma c’è un’ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto. Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia.

Un dipinto di Eugène Carriére

Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po’ d’ansiosa incosciente giovinezza. Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali. Che ci si salvi l’anima scrivendo non è detto. Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa”.

Italo Calvino,  da “Il cavaliere inesistente”

3 risposte a "Italo Calvino: scrittura e salvezza"

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  1. A volte quando scrivi, è proprio lì che trovi la tua anima.
    Ti incontri con il tuo Io ed esterni i tuoi pensieri nascosti, li riconosci, li ami.
    E mentre le parole non dette scorrono, comunichi con te in un modo esclusivo.
    In un momento esclusivo e magico che sai di poter ritrovare quando scrivi.
    A bientòt
    Laura

  2. Pingback: Dominus123's Blog

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