“Il giorno della civetta” (1961) è uno dei romanzi più celebri di Leonardo Sciascia e rappresenta una pietra miliare nella letteratura italiana, essendo tra i primi a trattare esplicitamente il fenomeno della mafia. Nel romanzo, attraverso una vicenda poliziesca, Sciascia non solo svela le dinamiche criminali della mafia, ma anche il loro intreccio con il potere politico e sociale. Il testo offre una riflessione profonda sull’ingiustizia, l’omertà e la difficoltà di raggiungere la verità in una società dominata dalla corruzione e dalla paura.

Significati
- La mafia come sistema di potere: Sciascia mostra come la mafia non sia solo un’organizzazione criminale, ma un vero e proprio sistema che condiziona la politica, l’economia e le relazioni sociali. È un’entità invisibile, ma onnipresente, che prospera grazie alla complicità e al silenzio di una società omertosa.
- L’impossibilità della giustizia: Il capitano Bellodi, un uomo del Nord incaricato delle indagini, rappresenta la legalità e l’integrità. Tuttavia, il suo tentativo di portare alla luce la verità è ostacolato non solo dalla mafia, ma anche dalle istituzioni corrotte. Questo fallimento denuncia l’inefficacia dello Stato nel combattere il fenomeno mafioso.
- La Sicilia come metafora universale: Sebbene il romanzo sia radicato nella realtà siciliana, i suoi temi trascendono i confini geografici. La Sicilia diventa un simbolo universale di ogni luogo in cui il potere si intreccia con la violenza e l’illegalità.
- La verità come costruzione difficile: Il romanzo non offre certezze, ma piuttosto evidenzia la complessità di distinguere il vero dal falso in un contesto in cui la verità è costantemente manipolata e occultata.
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