
“Questa città mi piace un casino. La luce del giorno fende gli edifici come la lama di un rasoio tagliandoli in due. Nella parte superiore si vedono volti affacciati e non è facile dire quali siano di persone e quali opera degli scalpellini. Quella inferiore è in ombra, lì trovano posto le cose blasé: clarinetti e amplessi, pugni e voci dolenti di donne. Una città così mi fa volare, e le cose me le fa sentire dentro. Brrr. E’ per via dell’acciaio lucente, che freme sopra l’ombra. Quando guardo le strisce di erba verde lungo il fiume, i campanili delle chiese e gli atri ramati e color crema degli edifici, mi sento forte. Certo, ci si sente soli, ma in gambissima e indistruttibili – come la città nel 1926 – quando non ci sono né ci saranno mai più guerre. Le persone laggiù se ne rallegrano. Finalmente, finalmente tutto è nel futuro”.
Toni Morrison, Jazz.
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